Onorevoli Colleghi! - Nel Medioevo i popoli e le culture d'Europa erano uniti da una rete di vie e sentieri che partendo da Santiago de Compostela, Canterbury, Brema e Taranto convergeva su San Pietro. Tra le vie tradizionali del pellegrinaggio romeo quella che più ha mantenuto inalterato il suo percorso è la Via Francigena, che dalla Val d'Aosta attraversa la Penisola per giungere a Roma. Oltre ad essa, numerose altre vie attraversavano il continente, quali ad esempio gli itinerari per Gerusalemme, Romeo, Compostelano, oltre a un reticolo di più indistinti itinerari europei del secolo XIII.
      Queste vie si configuravano sia come percorso di pellegrinaggio religioso sia come fortissima espressione del bisogno di conoscere ambienti, tradizioni e culture diverse. Del resto, la stessa Via Francigena non era un'unica e grande arteria che portava da Canterbury a Roma, come erroneamente si può supporre. Essa era invece un'estesa ragnatela di strade e sentieri lungo una direttrice variabile nelle varie epoche a seconda delle circostanze che minacciavano la vita dei viandanti e ne modificavano i tempi e i percorsi per giungere alla meta.
      Mille anni dopo l'arcivescovo di Canterbury Sigerico, possiamo restituire al nostro Paese e all'Europa questo patrimonio con una visione ambientalista e contemporanea. Da Aosta a Roma, la Via Francigena rappresenta la più grande infrastruttura verde italiana e con essa un patrimonio naturale, paesaggistico e storico per ogni comune attraversato, ogni provincia e regione. Allo stesso modo, gli altri itinerari possono rappresentare la più grande rete di vie verdi, la più grande ippovia d'Europa, oltre che un' occasione di crescita economica e turistica rispettosa dell'ambiente.
      Obiettivi della presente legge sono pertanto la riscoperta e la tutela delle antiche

 

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Vie del Cammino e la valorizzazione dei territori interessati dagli itinerari, risultato raggiungibile solo attraverso uno sviluppo sostenibile delle attività turistiche e terziarie, capace di promuovere efficacemente anche la destagionalizzazione dei flussi. Si tratta perciò di creare segmenti innovativi di offerta (in particolare ippovie e greenway) integrando anche gli interventi promozionali connessi ai settori delle produzioni agro-alimentari o artigianali locali.
      Per conseguire tali risultati è indispensabile un coordinamento unitario che metta in rete e faccia interagire le diverse e preziose esperienze accumulatesi nel tempo da parte di regioni, enti locali, associazioni, enti religiosi e soggetti privati, dando ai tanti progetti esistenti una cornice comune in grado di stabilizzare interventi e risorse. In tal modo, nel pieno rispetto della normativa vigente, si potrà superare la frammentazione delle competenze e la limitatezza, anche temporale, degli interventi messi in campo dai diversi enti.
      In particolare, è necessario un efficace coordinamento degli interventi di enti locali e imprese, la definizione e il ripristino dei tracciati, la realizzazione di segnaletica coordinata e un complesso di misure da articolare su diversi livelli per far sì che la Via Francigena e gli altri sentieri storici dei pellegrini possano rappresentare un sistema di percorsi e territori da mettere in connessione, proteggere e sviluppare, ottenendo benefìci di tipo ecologico, turistico e storico-culturale.
      In questo ambito, particolare importanza rivestono le vie verdi (o greenway) come sistema di percorsi dedicati a una mobilità non motorizzata, in grado di connettere le popolazioni con le risorse del territorio (naturali, agricole, paesaggistiche, storico-culturali) e con i «centri di vita» degli insediamenti urbani, sia nelle città sia nelle aree rurali. Crediamo che questo sia un ambito che può avere in Italia una forte opportunità di sviluppo grazie anche alle ricchissime risorse climatiche, paesaggistiche e culturali, come già è avvenuto in altre regioni d'Europa, anche con la riconversione ciclopedonale di ferrovie dismesse.
      La Via Francigena e gli altri sentieri passano lungo gli antichi itinerari in prossimità di luoghi con patrimoni architettonici di straordinario valore ambientale e artistico. Ma oggi accanto alle vie dei pellegrini si trovano anche centri urbani moderni, che sono collegati a questi itinerari da strade periferiche. La creazione di una rete autonoma di trasporto non motorizzato lungo questi percorsi, ove possibile, consentirebbe al nostro Paese di agganciarsi a quella che è già un'autentica «rete verde» passante per il Portogallo, la Spagna, la Francia. Ciò può comportare anche recupero di manufatti o linee ferroviarie dismesse riconvertendole in «greenway», adibendo ad esempio i vecchi caselli ferroviari a strutture ricettive per il ristoro e la sosta, e comunque affiancare alle infrastrutture carrabili un complesso ben funzionante di strade a basso traffico veicolare, sentieri e tratturi con bassi costi, oltre alla realizzazione di piste ciclabili o ippovie in sede separata. Recuperando la memoria storica religiosa si incentiva parallelamente una forma di turismo sostenibile, rispettosa dell'ambiente e del patrimonio culturale che si snoda lungo percorsi naturalistici, valli e boschi, o ancora percorsi urbani alternativi.
      La proposta di legge in esame individua in un'apposita Agenzia la sede di incontro e coordinamento delle molteplici competenze dei soggetti pubblici, aperta alla partecipazione e al concorso delle iniziative di enti o soggetti privati e religiosi volte a preservare e valorizzare gli antichi tracciati. L'Agenzia predispone un piano volto ad assicurare la programmazione e la realizzazione condivisa di opere di manutenzione e ripristino delle vie, garantendo la progressiva attivazione di una rete di punti-sosta attrezzati in collaborazione con gli agriturismi e con gli enti interessati alla valorizzazione dei prodotti tipici locali. Ai fini del perseguimento di questi obiettivi l'Agenzia, il Ministero per i beni e le attività culturali, il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e le regioni interessate potranno stipulare, nell'ambito di intese istituzionali di programma,
 

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un apposito accordo di programma quadro per la definizione del programma esecutivo di interventi relativi alle antiche vie.
      Per favorire la massima interazione tra soggetti pubblici e privati, le amministrazioni competenti e l'Agenzia potranno avvalersi utilmente della collaborazione delle università, degli istituti di ricerca e delle associazioni di volontariato presenti sul territorio, garantendo comunque per tutti gli interventi il pieno rispetto della normativa di settore e della Convenzione europea sul paesaggio adottata a Firenze, il 20 ottobre 2000, dagli Stati membri del Consiglio d'Europa. Oltre al finanziamento pubblico, lo strumento innovativo del project financing consentirà di raccogliere risorse ulteriori dall'ambito privato, che deve essere pienamente protagonista della riscoperta e valorizzazione di questo patrimonio infrastrutturale. Un comitato scientifico di altissimo livello, composto da docenti universitari, storici, esperti di storia medievale ed ecclesiastica, cartografi e personalità di sicura competenza in campo ambientale fornirà gli indirizzi per la definizione dei tracciati e dei percorsi oggetto degli interventi di valorizzazione, garantendo la qualità e la fondatezza dei tracciati oggetto dell'attività di recupero. Si tratta quindi di un insieme di misure che possono dotare i progetti sia di risorse che di strumenti di conoscenza e attuazione in grado di attuarli efficacemente.
      Per questi motivi, si auspica una rapida approvazione della presente proposta di legge.
 

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